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Tatuaggi in gravidanza e allattamento: cosa devi sapere🤰🏼

Published by
Laura Occhineri

La gravidanza è un evento davvero memorabile, un’esperienza importante per una donna, ma per quanto questo evento sia di grande importanza, lo è soprattutto la tutela del bambino e della mamma. Anche per quanto riguarda la decisione di fare un tatuaggio in questa circostanza.

Per quanto una mamma in primis, possa desiderare di tatuarsi durante il periodo della gravidanza, magari per festeggiare la dolce attesa, è fortemente sconsigliato in un periodo così delicato. Tanto meno, durante l’allattamento. Partiamo da due semplici domande, il tatuaggio in gravidanza può essere eseguito? E durante l’allattamento? La risposta è No.

Tatuaggi in gravidanza

Durante la gravidanza, le difese immunitarie della donna si abbassano notevolmente, portandola ad essere più vulnerabile a qualsiasi tipo di infezione, sia locale che patologica, virus, ecc. Nonostante le norme igieniche degli studi di tatuaggi siano certificate come un ambiente sterilizzato e igienizzato, come anche i materiali impiegati, è importante valutare anche la minima possibilità di rischio. La pelle invece, diventa molto più sensibile, aumentando il rischio di allergie, sviluppando anche una percezione del dolore più alta, e il rischio di avere una reazione cutanea.

Tatuaggi in gravidanza: inchiostro ed hennè

In caso di infezione, ci sarebbe probabilmente la necessità di ricorrere a farmaci antibiotici o cortisonici, anch’ essi strettamente sconsigliati da assumere in gravidanza, tranne che in situazioni davvero gravi.

In alternativa, basterebbe semplicemente posticipare di un po’ di tempo il tatuaggio, per stare più tranquille. Qualora la persona decidesse comunque di correre questo grande rischio, e tatuarsi, il tatuatore dovrà fornire tutte le informazioni utili riguardo al lavoro che andrà a fare, in cui saranno comprese le modalità, i rischi, prodotti utilizzati, ecc. Dopo di che, verrà richiesto l’ok per avere il consenso di proseguire, qualora lo si desiderasse e soprattutto se il tatuatore desse comunque la sua disponibilità per eseguire il tatuaggio, cosa molto rara.

(Foto di Capsula Nudes da Pixabay)

Durante l’allattamento post parto invece, i rischi che si possono presentare a causa del tatuaggio, hanno una gravità minore. Nonostante ciò, è sconsigliato tatuarsi anche durante il periodo dell’allattamento. Molti tatuatori, consigliano di non tatuarsi almeno fino al primo anno di vita del bambino, o almeno fino al suo svezzamento.

L’inchiostro utilizzato per realizzare i tatuaggi, può contenere pigmenti organici, ma anche conservanti, nichel, cromo, manganese ecc. Oltre che ingredienti vegetali. Una volta fatto il tatuaggio, l’inchiostro rimane indelebile nello strato del derma, questo porta a considerare il fatto che l’inchiostro è comunque un agente esterno, che anche se è impresso nella pelle, è comunque a contatto con il sangue e la circolazione.

Di conseguenza, in qualche modo, gli elementi che compongono l’inchiostro, possono raggiungere anche il feto attraverso la circolazione del sangue, rischiando di creare problemi, in una condizione tanto delicata.

Anche per quanto riguarda l’utilizzo dell’hennè, c’è da fare un appunto. Si tratta di un prodotto naturale, ricavato da una pianta originaria dell’Africa del Nord, molto diffusa in India, Sudan, Egitto, Arabia. Viene utilizzata per diversi scopi, in polvere o in crema. Con l’hennè è possibile realizzare delle famose decorazioni sulla pelle, simili ai tatuaggi, ma che non sono permanenti.

(Foto di Ben Bernard da Pixabay )

Vengono creati dei disegni attraverso degli applicatori, e dopo aver aspettato qualche minuto, una volta che il prodotto si è seccato, si potrà rimuovere e la decorazione rimarrà sulla pelle per un po’ di tempo, fino ad andare via dopo un tempo che può andare dall’una alle quattro settimane. L’hennè naturale e sicuro, può lasciare macchie sulla pelle di specifici colori di rosso, cannella, mattone, arancione, cioccolato o caffè. L’unico pigmento che non è naturale e può dare problemi sia in gravidanza, che non, è il nero.

Questo perchè c’è il rischio che contenga una sostanza chiamata p-fenilendiammina (che può provocare importanti reazioni allergiche) e/o perchè può essere ottenuto da “carbone di catrame“. Dunque, bisogna sempre fare attenzione, e assicurarsi che i prodotti all’hennè siano solo ed esclusivamente certificati e di origine naturale, in quel caso non ci sarebbe nessun rischio, neanche in gravidanza.

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