Le persone lo chiamano “diavolo”, ma non per via dei tatuaggi

Leonardo Aley Galindo è un tatuatore e body modifier. Noto come Wizard Aley, ha un obiettivo molto chiaro in mente: vuole ricoprire il 100% del suo corpo di inchiostro.

Sebbene il suo obiettivo sia lecito, non sfugge il fatto che la sua abitudine di ricoprirsi di tatuaggi e di modificare il suo corpo lo abbia esposto a non poche critiche, tanto che i passanti spesso lo soprannominano come “diavolo”.

spaventa non solo per i tatuaggi
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Insomma, una brutta gatta da pelare per Leonardo che, invece, vorrebbe vivere con maggiore serenità la sua pur particolare condizione.

Una passione che viene da lontano

Conosciuto come uno dei più estremi body modifier, Aley afferma di aver fatto il suo primo tatuaggio all’età di 18 anni e la sua prima modifica del corpo a 27 anni.

Aley precisa anche di aver perso il conto dei soldi spesi per modificare e tatuare il suo corpo, e di essersi sottoposto a 50 procedure per coronare il suo sogno, che comprendono anche pigmentazione oculare, gengivale e della lingua, fori nell’orecchio, orecchie scolpite e 35 impianti dermici, tra cui alcuni nelle braccia, nelle mani, nel viso e nel cranio.

Come se tutto questo non fosse sufficiente, Aley si è sottoposto a interventi ancora più radicali e discutibili, come l’amputazione dei capezzoli.

Una dedizione molto contrastata

L’80% del mio corpo è coperto di tatuaggi in questo momento, ma voglio ricoprire tutto il mio corpo, al 100%, di tatuaggi” – ha commentato Aley, per poi ammettere che il suo amore per l’estremo non finisce qui.

ecco come è diventato Leo dopo le modifiche corporali
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Aley ha infatti dichiarato di essere un appassionato di sospensioni corporee, partecipando regolarmente a sessioni in cui il suo corpo è usato per appenderlo a degli attrezzi che sono stati posizionati attraverso delle perforazioni temporanee nella pelle.

Si tratta di una procedura molto discussa: la sospensione corporea, infatti, è dolorosa e il più delle volte provoca emorragie e cicatrici.

“Sì, è doloroso, ma il dolore che provo è davvero minimo. Per me il dolore che provo è piacevole e rilassante. Sanguina, brucia e a volte fa male, ma lo faccio per piacere, per lavoro e per divertimento” – ha confermato il giovane.

Con queste premesse, non stupisce, forse, che Aley abbia difficoltà a rapportarsi con gli altri. “Non ho quasi nessuna vita sociale perché mi piace passare tutto il tempo nel mio studio di tatuaggi, la mia vera vocazione” – prosegue l’artista, che conclude la sua intervista affermando che i tatuaggi, le modifiche corporali e l’amore per la sospensione del corpo non passano certamente inosservati alle persone che lo circondano, confessando che la loro reazione non è sempre esattamente gentile o ricettiva.

La maggior parte delle persone chiede di scattare foto di me o con me e mi fanno sempre tante domande. Altre persone si girano dall’altra parte, mentre altre ancora continuano a fissarmi con insistenza” – conclude.

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